Sant’Anna di Stazzema 20 Aprile 2023

Il giorno 20 Aprile 2023, gli alunni delle classi  3A e 3B della Scuola Media Manara, accompagnati dagli insegnanti: Camisa, Guerra, Melli, Terroni sono andati in gita a Sant’Anna di Stazzema. Dopo due anni, in cui la pandemia ci ha costretti all’immobilità, abbiamo ritenuto importante, riprendere le uscite didattiche, ritornando in questo luogo che, ormai da anni, per gli alunni dell’I.C. Manara, è un appuntamento significativo. Sant’Anna di Stazzema, a 600 m di altitudine, è formata da piccole borgate sparse nella vallata dominata dai monti Lieto e Gabberi, nel tratto meridionale delle  Alpi Apuane. Era abitata da circa 400 persone, dedite all’agricoltura e alla pastorizia, che avevano nella castagna la principale risorsa alimentare e nel carbone, prodotto con il legname, una preziosa merce di scambio con la popolazione della piana versiliese. Fonte di sostentamento per molte famiglie era il lavoro nelle miniere di solfuri. nDopo lo sfollamento imposto dai tedeschi agli abitanti di gran parte della Versilia, nell’estate del 1944, oltre mille persone si rifugiarono a Sant’Anna, accolte nelle case, nelle stalle, nelle capanne e in alloggi di fortuna. Proprio in questo luogo è stata compiuta una delle più efferate stragi civili in Italia e nell’Europa Occidentale. Nelle prime ore del 12 agosto 1944, squadre di soldati tedeschi mossero, da quattro diverse direttrici, verso Sant’Anna di Stazzema: appartenevano al battaglione del 35° reggimento della XVI SS Panzer-Granadier Division. Furono uccise fra le 450 e le 560 persone, in gran parte anziani, donne e bambini. Sant’Anna è luogo di storia e memoria, simbolo delle città martiri in Europa e nel mondo, emblema delle vittime civili delle guerre, delle ideologie e della violenza dell’uomo sull’uomo. Arrivati  a Sant’Anna, la guida ci ha accompagnati all’interno di un edificio e lì, abbiamo cominciato la parte teorica  del laboratorio “Anna e Anna Il valore della libertà”

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La guida ci ha spiegato subito il titolo del laboratorio dicendo, che  fa riferimento ad Anna Frank ed Anna Pardini, vittime entrambe e in modo diverso dei pregiudizi e del razzismo.

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Anna Pardini è la vittima più piccola dell’eccidio di Sant’Anna, aveva venti giorni di età.
Quando i nazisti hanno fatto fuoco, lei si trovava tra le braccia della mamma Bruna, assieme alle sorelle Cesira, Maria, Lilia, Adele e altre venti persone.
Cesira, la più grande, ha tentato di salvare Adele, Maria, Lilia e Anna.
Anna era gravemente ferita: aveva gli arti praticamente mutilati. Adele e Lilia, grazie a Cesira, hanno avuto salva la vita, la stessa sorte non è toccata a Maria, ormai ferita a morte, e alla stessa Anna, deceduta dopo pochi giorni.
Il laboratorio è collegato al progetto dell’artista Gianni Moretti, “Anna- Monumento all’Attenzione”, un’installazione ambientale composta da una moltitudine di elementi, ognuno dei quali costituisce la rappresentazione simbolica di uno dei giorni non  vissuti dalla piccola Anna Pardini. La guida ci ha spiegato che l’artista si immagina un “cardo” come un giorno di vita non vissuto di Anna.  E’ un monumento che sarà composto da almeno 26918 punti cardi, i giorni passati dal giorno della strage 12 agosto 1944, fino al 25 Aprile 2018, giorno in cui questa opera è stata inaugurata.
Chiodo

Gianni Moretti dice:” Ciò che desidero realizzare è un monumento, che contribuisca nella mente e nella memoria di coloro che lo osserveranno e agiranno, un percorso dal giorno della morte di Anna fino ad oggi, come a continuare un’esistenza distrutta nel nascere.”

Prosegue la guida dicendo che, inizialmente, quando Moretti stava progettando questa opera, aveva pensato ad un chiodo, poi il chiodo è diventato un bulbo e poi un fiore, per sottolineare un’azione non aggressiva, ma rigenerante e fertile come è, appunto, piantare un fiore.

Ognuno può, quindi,  contribuire alla crescita di questo monumento, prendendo un cardo e piantandolo e pensando a cosa avrebbe fatto Anna se fosse stata ancora viva. Finita la spiegazione, la guida ha distribuito a tutti noi, un cardo e un martello e insieme siamo andati nella mulattiera .
Classe

La mulattiera è quella che scende a Val di Castello Carducci, ed è proprio uno di quei sentieri, che quel giorno, una delle truppe SS percorse per raggiungere Sant’Anna e che poi, una volta, effettuata la strage, tutte queste truppe SS ridiscesero per raggiungere la valle.  Tutti entusiasti, siamo scesi nella mulattiera e, ognuno di noi ha piantato un cardo nel punto che desiderava e, soprattutto, dove il terreno lo permetteva, essendo un sentiero  pieno di sassi e rocce.
Martello
camminata

Camminare lungo la mulattiera è stato bello e coinvolgente e tutti abbiamo avuto la possibilità di immedesimarci e di ritornare, con il pensiero, a quel maledetto 12 agosto 1944, dove le SS per arrivare a Sant’Anna hanno calpestato gli stessi sassi, che abbiamo calpestato noi.

Dopo avere piantato i cardi, la guida ci ha fatto visitare il museo, facendoci vedere fotografie e immagini di tutti coloro, che sono rimasti vittime di questo eccidio.
classe ragazzi
manifesto

Poi,attraverso il sentiero della pace, la guida ci ha accompagnato al Monumento Ossario, dove sono sepolte tutte le persone morte nella strage.
cammino
torre

Dopo aver salutato e ringraziato  la guida, siamo saliti sul pullman per il rientro. Ognuno, tornando a casa  avrà portato con se tanti pensieri, tante immagini, tante riflessioni ma tutti con un obiettivo in comune:

Non dimenticare e raccontare alle generazioni future ciò che è stato affinchè ciò non possa ripetersi mai più.